Nonostante il Comune di Marbella, nell’ultima edizione di Fitur, si sia definito un “destino a 5 stelle” con tanto di logo ad hoc, la realtà è ben lontana da questo ambito slogan.
Mi ricollego ad un articolo uscito sul Sur della giornalista Jacqueline Campos che rispecchia in pieno la realtà, in una forma pacata e imparziale, com’è nel suo stile, aggiungendo alcuni commenti, un po’ meno prudenti, che ci risulta inevitabile tacere.
I nostri clienti, imprese e ristoranti per lo piú, sono costantemente richiamati all’ordine da parte dell’Ayuntamiento, dall’agenzia delle Entrate, dalla Seguridad Social, ecc. per essere in regola su tutto anche a costo di arrivare a ridicoli paradossi, dovendo spendere cifre importanti per legalizzare licenze sbagliate, per fare planes de higiene e controlli sulle merci, contratti di lavoro poco flessibili per gestire risorse umane imprevedibili, ecc.
La legge però non è uguale per tutti …
Perché un ristorante non può sporgere la sua lavagnetta di 50 cm su suolo pubblico per promuovere la sua attività, se no è in multa, mentre gli ambulanti possono vendere pasteles e dolci in spiaggia, sotto il sole, senza permesso, senza controlli, senza alcuna norma igienica?
Ma soprattutto perché i supposti “turisti a 5 stelle” di Marbella preferiscono farsi fare un massaggio in spiaggia da ambulanti abusivi di dubbia professionalità pagandolo 5-10 euro anziché spenderne 40 per avere un massaggio vero da un professionista?
A malincuore, ci tocca ammettere che Marbella e Puerto Banus, soprattutto d’estate si riempiono di pirati e turismo d’assalto più che di turismo di qualità e questo non fa altro che aumentare le tensioni, l’abusivismo e la sporcizia della città.
Concordo con Jacqueline sulla necessità di pianificazione efficace e congiunta delle istituzioni, perché di questo passo non ci sarà né crescita, né ricchezza, ma solo galleggiamento.