Parte 2°
Le vicende di Ronda si intrecciano con la storia della Tauromachia, il culto della corrida e dei combattimenti con i tori in generale. Pedro Romero, che inventò la moderna Corrida, nacque qui nel 1754; con lui il ruolo di Matador de Toros, ovvero di Torero, fu elevato nella scala sociale al punto da permettergli di avere rapporti con la nobiltà, ed essere ritratto dal pittore Goya, il pittore dei reali di Spagna. Romero uccise più di 5000 tori e fondò a Siviglia la scuola di Tauromachia. Un ristorante del luogo porta ancora il suo nome. Una delle principali manifestazioni che si tengono a Ronda è proprio la Feria di Pedro Romero, sul finire dell’Estate quando si tengono concerti, danze, un festival folkloristico internazionale, e la gran cavalcata, con la sfilata delle carrozze, trainate dai cavalli andalusi, con le ragazze nei loro vestiti ispirati ai dipinti di Goya. I toreri vestiti nei loro costumi sfarzosi sfidano i tori nell’elegante arena di Plaza de Toros, la più antica arena della Spagna, con i suoi maestosi archi e le 136 colonne.
Una visita alla città può partire proprio dalla Plaza de Toros, simbolo di Ronda, inaugurata alla fine del 1700, dove si tenevano i giochi di destrezza con i tori e gli spettacoli equestri. Tra agosto e settembre l’arena si trasforma in teatro con spettacoli e concerti. All’interno della arena si trova anche il Museo Taurino, con cimeli vari, tra cui i costumi macchiati di sangue indossati da Pedro Romero e da altri famosi toreri. Vi sono custodite inoltre fotografie ci celebri appassioanti, tra cui quelle dei già citati Ernest Hemingway e Orson Welles.
Uscendo dall’arena si prosegue verso Plaza de Espagna, dove si trova l’ufficio locale del turismo. Quest’ultima piazza è citata e resa famosa da Hemingway nel suo “Per chi suona la campana“. Nel decimo capitolo del suo capolavoro lo scrittore racconta di come cominciò la guerra civile spagnola, quando un gruppo di fascisti furono radunati davanti al municipio (ayuntamiento), picchiati e costretti a passare tra due file di persone prima di essere gettati nella gola del Tajo. Il terribile episodio del romanzo si basa su un fatto realmente accaduto. Oggi quello che era il municipio è diventato uno dei migliori alberghi di Ronda.
Un ponte conduce alla città vecchia, il Casco Antiguo, percorrendo Calle Arminan, che attraversa in lunghezza la città storica troverete alla vostra sinistra, in Calle Santo Domingo, la Casa del Re Moro, risalente al 700, con un bel giardino decorato, con belle mattonelle in stile azulejos. Poco più avanti girando a destra il Palazzo del Marqués de Salvatierra, costruzione barocca del XVII secolo; spostate il vostro sguardo in alto e vedrete delle figure umane, maschili e femminili nude, ispirate all’arte Inca, sembrano seguire il passante e ridere di lui. Notate anche la ringhiera in ferro battuto del balcone, frutto dell’artigianato locale di un tempo. Proseguite per Calle de Salvatierra fino a rimettervi sulla strada principale, poco all’interno, girando a destra troverete la chiesa principale, Santa Maria la Mayor, secondo alcuni storici eretta sopra un tempio romano e risalente al 1500. Fu una moschea durante la dominazione islamica e mostra oggi una facciata gotica e un interno del tardo rinascimento. Da ammirare il coro a due piani in legno di noce e cedro intagliato. Spostandovi verso l’esterno seguite sul retro della chiesa, Calle Montero, girando a destro, e arrivate alla piazza del Palazzo di Mondragon, una delle più belle architetture di Ronda, risalente all’epoca araba e con due bellissimi cortili interni. La struttura unisce stile gotico e rinascimentale ma al suo interno troverete nel Salon Noble, un incredibile soffitto a cassettoni del periodo mudejar (il periodo in cui lo stile locale si fuse felicemente con le influenze arabe).
Fine 2° parte – continuate a seguirci …